I RACCONTI DI TORINO BLOG – TORINO MISTERIOSA
Torino ebbe molti luoghi destinati all’esecuzione della pena capitale.
La temibile forca attraversò piazze e vie oggi conosciute nascondendo dietro attuali scorci insospettabili, angoli di dolore e morte.
La forca stese la sua ombra in primo luogo sulle rive del Po, poi in Piazza delle Erbe, attuale Palazzo di Città, proprio di fronte all’odierno Municipio. Nell’Ottocento furono le Torri Palatine a far da testimoni alle atroci esecuzioni di piazza, e a seguire Piazza Giulio, il celebre “Rondò della Forca” e perfino la Cittadella.
Nel periodo della Rivoluzione francese la morte venne imposta attaverso la ghigliottina, al centro dell’attuale Piazza Carlina (piazza Carlo Emanuele II). Il terribile rito dell’esecuzione era un avvenimento seguito da tutti i cittadini, che seguivano il condannato urlando improperi, in una sorta di delirio purificatorio collettivo.
Dopo essere stato assistito dalla Confraternita della Misericordia, il condannato arrivava alla sua ora più terribile, quella della piazza. Il rito aveva inizio. Sotto gli occhi impietosi della folla il condannato veniva bendato. I soldati si giravano di spalle. Quindi il boia afferrava la corda e la metteva al collo del morituro, stringendo il nodo scorsoio. Attimi di vero panico, tumulto tra la folla, urla di terrore. Il condannato saliva una scala e con un urto violento veniva spinto giù dal boia, che gli pestava le spalle per assicurarsi che fosse davvero morto.
Fare il boia a Tohttps://nuovasocieta.it/quando-a-torino-cera-il-boia/rino, o meglio “l’esecutore di giustizia” ai tempi della pena di morte non era certo un mestiere facile, ma aveva i suoi pro. Tra i lati positivi senza dubbio lo stipendio: volete sapere qual era la paga di un boia?
Scopritelo nel podcast!
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